Riordina
le
lacrime
sul
pennello
in
questa fausta nottata
Allinea
le forze
lungo
la luna
e
scala la sofferenza
A
me rimane
il
ladro
da
imitare
furtivo
nel
derubarti l'estro
prima
che arrivi in cima
e
si disperda agli Dei
Ho
i tuoi orecchi
in
mano
pizzicati
a un ricciolo:
capello
rosso
cresciuto
sul
capo dell'isola.
Orecchi
di perle
nere
e bianche
coltivate
ad
udire
gli
ardori dell'anima.
Allevano
trecce,
come
pecore
sull'altipiano,
i
tuoi orecchi
reti
per imprigionare
passeri.
Ogni
luna
le
apposti
sulle
scogliere
per
catturare
gli
umori del mare
e
fartene carattere.
Dalla
cima
luminosa
di
stelle basse
e
luna
assolata
in
alto,
Kobe
appare
salto
nel buio
d'anima,
ove
carezze
attutiscono
battiti
e
sgomentano
grilli.
Tacciono
le
ali
nell'ombra
e
il passo
scansa
il
filo d'erba
che
non trasale
il
sasso
punge
di
sotto
al
sandalo
la
spina
rosa
chiude
gelosa
il
colore.
Muto
e stinto
il
ritorno a Kobe
stanotte.