giovedì 26 febbraio 2015

versi del the 26-2-94


Appeso il passero
alla treccia,
attendo l'agonìa di questa fine,
dolcissima e languida,
infanzia del mondo.
Vita di fanciullo
che gonfia il petto e il collo
come un orango
seminando il riso
sul ramo.
E' la ciotola in cui bevo,
quando passi
il tuo giorno
ad impiccarmi
al tuo amore.
La mandragola,
ai miei piedi,
fertilizza
il fiore nel vaso.

lunedì 23 febbraio 2015

versi del the 7-2-94


Narratemi canzoni,
cani, cavalli , passeri
ch'io possa intrattenere il fanciullo.
Strofe del fiore
son fatte di profumo
breve una notte.
Quelle del tasso,
il letargo di un anno,
san di sonno.
Corrotte quelle del vento
per pratica di tutto,
cacciato e ricattato
da ogni angolo.
E tu, cerimoniere,
di qual piacere
mi racconti il suono ?
Della mano fra i sensi ?
Dei piedi contro le lune a cercar quei passi ?
Dell'alito sull'arco dell'occhio
dietro all'orecchio ?
Canzoni sussurrate
roche, intrise di saliva ?
Smetto di suggerire
attendo nuove brezze dal mare.



mercoledì 18 febbraio 2015

versi del the 29-1-94


Sogni setacciati dal vento
cadono chicchi lugubri.
Sento di riordinare
il mattino
sul corso delle lune
spazzando la veranda della notte.
Quindi accendo il fuoco
e la chicchera
preparo al nostro the
che scacci i demoni
dall'ovatta dei sensi.
Dolce cerimoniere,
conduci la tua luna
all'alba
e scorda la preghiera
dedicandoti al rito.
Riavvìo la chioma del passero
coi denti dei desideri
e c'è sempre un canto
in lontananza,
un coro ambiguo,
arrogante, sopravento
che s'interra fra i tigli.

Chiudo gli occhi e ti tocco.

giovedì 12 febbraio 2015

versi del the 19-1-94


Rubare cibo al passero
è un delitto morale.
Se lui dovesse chiedere
di volermi adombrare,
occupare il mio spazio
fra la stuoia,
di montar la mia donna
dalla sera al mattino,
d'indossare i miei panni
sul cuscino?
Scaccio le angosce e medito
quel fiore.
Se ne bevessi l'acqua
potrei sbocciare un'anima?
Accogliere l'ape a suggere
le parole,
le sue favole bianche,
di viola scuro
lo stelo diritto
come il dito
che indica la luna,
senza superbia alcuna.
Il suo muto accettare
ogni violenza recisa.
L'eloquenza riposta
in quell'arco di vita.
Dovrei dunque emulare ?
ladro di cibo e acqua
mangia il tuo riso,
in terra.











lunedì 9 febbraio 2015

versi del the 17-1-94


Budino di riso,
composto al mattino,
sformato in piccola ciotola,
pronto per il passero.
Cerimoniere ha lasciato
in scansìa
quindi, intabarrato,
ha svoltato l'angolo.
Io dormivo
con un unico occhio
e tre battiti
il cane non ha abbaiato
il cavallo nitrito nella stalla
solo l'alba
ha atteso un attimo
che chiudesse la porta
senza luce.
Ladro, non ha rubato
neppure il profumo di ascelle
che, lento, è rimasto
fra stuoia e cuscino
e il suo giallo d'urina
nell'acqua del vaso
riflette tiepido
il sole avanzato
Più freddo è l'inverno
ai bordi del lago che ghiaccia
più aspro il vuoto
che lascia al bordo
dei corpi.



martedì 3 febbraio 2015

versi del the 15-1-94




Un verso mi ha lasciato
nella tazza,
secco come una foglia.
Bene, ora si riordini il desco,
il fiore si annaffi,
gli utensili a posto
sulla stuoia
e l'albero germogli
come nulla fosse.
Andato, tornato.
Nulla è successo
Marumi non ha riso,
lo Shogun ha deciso,
Hokusai prosegue il cammino.
io sorveglio la casa
sostituendomi al cane.
Uggiolo ? Abbaio ?
Se non scorgo le lune
le amerò riflesse
( se il passero non viene
a beccare).
Per consuetudine stolta
conterò ancora passi
sul sentiero.
Echi di passi sulla soglia
nella stanza del the
echi di giorni interminabili
e notti disturbate da gufi.
Finchè carta rimane
da colmare di segni
decorativi.