sabato 29 dicembre 2018

24 10 95



Conservo l'ombra
ove sdraiò nel prato
trattengo il fiato
quando s'apre l'impronta
rammento il tono
di quel suono ambrato
che tinse miele
il pennello alzato
Chiudo quell'uscio
ed esco sul retro
Fuori c'è un'ombra
sul prato sdraiata
apre un'impronta
il solco di un'onda
corico in essa
il corpo stremato
da quei ricordi
di miele versato
Cento formiche
mi corrono incontro
salgono il tronco
col cuore affannato
recano tutte
quel tono ambrato
che un giorno vidi
sul pennello alzato
Sciacquo quell'ombra
nel colore dell'onda




domenica 16 dicembre 2018

23 10 95



Deflagra luna d'autunno
scoppiando in mano
e amputando braccio e dita
Esplode polpa d'acero
accecandomi
Raccolgo a stento
me stesso
quando tramonta
Focolai tra le vesti
e riso sparso
seminando indizi
del suo passaggio
arco al magnesio
fissa le due ombre avvinte
sulla carta sensibile
della parete
Incontro di atomi estrosi
sentenziano gli astronomi
sismografi
spezzano
pennini
registrando frequenze
Cani latrano furiosi
all'invidia dei cieli

domenica 18 novembre 2018

17-11-2018

Amor, tu sai che mai non torsi il piede
dal carcer mio soave,nè disciolsi
dal dolce giogo il collo, nè ti tolsi
quanto dal primo dì l'alma ti diede.
Tempo non cangiò mai l'antica fede;
il nodo è stretto ancor com'io l'avvolsi;
nè per l'amaro frutto ch'ognor colsi,
l'alta cagion men cara al cor mi riede.
Visto hai quanto in un petto fido ardente
può far quel caro tuo più acuto dardo,
contro del cui poter morte non valse,
fa omai da te che'l nodo si rallente;
chè a me di libertà già mai non calse,
anzi di ricovrarla or mi par tardo.

                                          VITTORIA COLONNA


giovedì 1 novembre 2018

9-2-95



Riordina
le lacrime
sul pennello
in questa fausta
nottata
Allinea le forze
lungo la luna
e scala la sofferenza
A me rimane
il ladro da imitare
furtivo
nel derubarti
l'estro
prima che arrivi
in cima
e si disperda
agli Dei.

venerdì 12 ottobre 2018

1-6-95



I tuoi pensieri giungono
ad intervalli
irregolari
scanditi dai messaggi
Quale verità sparigli
luna velata
ch'io non veda?
Come potessi amarti
senza goderti
scompigliata selvaggia
che ambisce un mondo
ordinato
più del mondo
che aborri?
Scendo alla fonte
per capire
ma se specchiasse il tuo pelo
lo cancelli?
Scopriresti
le labbra di fanciulla.

sabato 8 settembre 2018

25-4-94


Come il genio
del tempo
appari e stingi
cerimoniere
così che resto
in bilico
tra sogno e realtà.
Vorresti confondere le semine?
Tra gelate e calori
espongo i sensi
e pianto il seme in vaso
oppure raso
a che il giardino
appaia pronto
al riposo dell'occhio.
Ogni momento è giusto
al tuo ritorno.
Notte? Mattino?
Soltanto il passero
ode l'arrivo
ballando lieve.

lunedì 20 agosto 2018

19-10-95



Impronte di baci
carezze di foglie
di piccoli rami sferzanti
di tronchi
vestiti d'inverno
di corpi colati di resine
d'aghi trafitti
da fili impalpabili
Trame d'amore
lasciate sui tavoli
tovaglie stampate di gemiti
d'impronte di piccoli lividi
e minime gocce
nebbia sui brividi
baci nell'aria
spediti per aria
o per lettera
versi di baci volanti
Sento l'odore
il suono compresso
da sparo
colpito
rallento
per coglierlo in petto

domenica 5 agosto 2018

24- 10 -95



Conservo l'ombra
ove sdraiò nel prato
trattengo il fiato
quando s'apre l'impronta
rammento il tono
di quel suono ambrato
che tinse miele
il pennello alzato
Chiudo quell'uscio
ed esco sul retro
Fuori c'è un'ombra
sul prato sdraiata
apre un'impronta
il solco di un'onda
corico in essa
il corpo stremato
da quei ricordi
di miele versato
Cento formiche
mi corrono incontro
salgono il tronco
col cuore affannato
recano tutte
quel tono ambrato

martedì 17 luglio 2018

26-5-97




Il portatore di vulcani spenti
risiede in terre antiche
fertilizzate da lave
veste di verde intenso
e si circonda di vacche rosse
dalle lunghe corna e cavalli delle piumate zampe pelose
gli altipiani della sua giubba
sono costellati da alamari
il suo fiato fresco pungente canta d'uccelli
anche nel silenzio più profondo
il portatore di vulcani spenti
non spegne comunque la sua passione
la coltiva sotto l'indole pastorale
e le creature ne sentono la presenza
sotto l'ombra delle querce
ove s'avvinghia alle caviglie
risale all'inguine
con la languida perseveranza dell'edera
Nell'acqua scura dei ruscelli
di bianco vedo solo il suo viso
nella schiena del suo violino
che orina dopo le carezze

lunedì 11 giugno 2018

versi del the 23-7-94








Scordi gli orecchini
di perle
ad ascoltare
i soliloqui dei muri
o i versi degli uccelli
Io li trattengo
sul tavolo
a seguire
il fruscìo
del pennello
che si consuma.
Tra qualche luna
troverò
il tuo occhio
allo specchio
e chiuderò
la tua bocca
in un bacio
o la tua veste
chiara
a ricoprire il pesco
mentre il the fuma.


venerdì 25 maggio 2018

versi del the 14-4-94





Curati con erbe

dice cerimoniere

e io ben con le erbe

curo il cervello

quando la fiamma

sale fra gli sterpi

erbe di parole

colorate di viola

prati di parole

a persuadere

di non travolgere

quelle poche coscienze

tu

impegnato

a Kobe, a Kyoto

con lo shogun di turno

invii messaggi ragionevoli

ma la marea monta la schiena

della nostra terra

e irrigidisce

il cammino

per le reni

doloranti cataplasmi

d 'amorevoli cure

scritte da saggi

per le mie stampelle di fili d'erba

intrecciati

ed altro the nella cuccuma

sabato 12 maggio 2018

16-5-94



Attendere senza impazienza
è una norma del the
un dono degli Dei.
Ansia
senza attendere
una maledizione.
Trema un poco la mano
il fiato
invano
scorre i polmoni
suoni negli orecchi
e frasi senza controllo.
Impazienza dei folli
aggressiva
e
agli altri
immotivata.
Ma se apro il tuo ventre
svuota l'inquietudine
e annego nella risacca.
Come la foglia
cedo il succo
all'acqua.




lunedì 30 aprile 2018

versi del the 11-5-94



.

I capelli bianchi di rosso
Il viso smorto di vita
il corpo all'osso di godere
le labbra ossesse di parlare
i denti pronti a mordere
la lingua a umettare carezze
o rivoli di fumo
sumo di giganti
pesanti tonnellate
di domande irrisolte
sofferenze di elefante
mi mancano
cerimoniere.

martedì 10 aprile 2018

maglia cotton


17-4-94



Non ho nulla da notare
se non un boccio che muore
non ho nulla da sentire
se non l'assenza del cuore
non ho nulla da godere
se non rammento le lune
non lasciare queste note
cerimoniere
a metà del canto
le finiremo assieme
stanotte sottovento

mercoledì 21 marzo 2018

versi del the 13-4-94



Per non vedere
il nero
vesto rosso violetto
sotto il rosa dell velo
e penso al damascato
come al divino dei pioppi sottovento
verdi di primavera…
mi sorridono
nonostante i fuochi lontani
e i dementi alle armi.
Indugio con le posate
alla tazza del tè
ed inesausto
spingo il passero
a volar fra le lune.
Soltanto alcune foglie
scintillano
nella notte
piccole note
rotte dei versi
dei gufi
il resto tace oscuro

domenica 18 marzo 2018

8-5-94


" Molti pensieri corrono
pochi son da fermare
solo uno va espresso
chè tu possa ascoltare"
Mi diceva
Cerimoniere.
Ma quale sarà il mio?
Uno che guardi dentro?
Uno che guardi fuori?
Eppoi parlerà antico
oppure suonerà nuovo?
Mentre domando al tronco
mi protesta radice:
" Alza il tuo piede sordo
che pensare m'impedisce."
Quindi riprendo il viaggio
senza più interrogare
chè
 se mi fermo un attimo
qualcosa deve 
tacere.

lunedì 26 febbraio 2018

31-3-94



Lasciami partire
col rimpianto
di lasciare
così da sognarti
Non immusonire il tuo letto
saranno cento bacchettate
al ritorno
che infliggerai con la lingua
Fin d'ora
struggo alla vendetta
delle lune
Fredde e lontane
mi guarderanno
senz'anima, dici
Ebbene le spremerò come arance
e berrò il loro succo

zucchero e acido scorpione

mercoledì 14 febbraio 2018

versi del the 14-2-94









Dimmi s'è bastevole
la mia parte di vecchio
aiuto cerimoniere
che cerca ausilio
nel rigore del tè
ed è patetico ....
quando vorrebbe
sol più arrotarsi
con te ..
sulla stuoia...

sabato 27 gennaio 2018

versi del the 8-4-94


Calava dalle colline
la libertà di Kobe
dopo anni di sole nero
e , se la luna è voluttà,
ognuno poteva
goderla
fra le viti.
Cinquant'anni
la luna
è durata
ora il gallo canta
ma pare tramontata.
Filari di viti
senza luna
di notte
e i falò delle veglie
riverberano esausti,
poeti son morti
con le loro lune,
nessuno ne parla
né fonde i versi.
Poeti suicidi
versi come veleni
poeti ammalati
di amore scritto
e lune remote
in lingue straniere
poeti delle mie parti
cerimoniere
liberi e prigionieri
pallidi
nonostante il sole.


mercoledì 3 gennaio 2018

18-2-94


Riprende a nevicare
nella clessidra
ad ogni soffio di tempo
Sul fondo
il monticello è già alto
ed io mi trovo in mezzo
bianco di sopra
e gocciolante
fra i sandali
Stretto in vita
dalla presa del vento
respiro appena
e, nella bocca aperta,
mi cade il fiocco
che si scioglie
in ventre
Cateratte di sogni
sul fiume giallo
vomiterò domani
preparati
alla piena

cerimoniere